Il blog di Chiara Cecutti

Life Coach o terapeuta? Chiedere aiuto è un passo avanti, ma sapere a chi chiederlo è meglio

A chi non è mai capitato di dire “vorrei ma non ce la faccio”? Chi non ha mai pensato di cambiare le cose rendendosi conto che non è poi così facile? Chi non ha mai desiderato di migliorare la propria vita e le proprie relazioni? Succede di sentirsi un po’ confusi, di non aver ben chiari il cammino da affrontare e neanche gli obiettivi da raggiungere o di avere la sensazione che il tempo non basti mai. E allora magari perdiamo fiducia nelle nostre capacità e potenzialità, non ci troviamo più a nostro agio con gli altri e a volte persino con noi stessi, il nostro equilibrio salta, non siamo più soddisfatti della nostra vita. Un campanello d’allarme ci avvisa che qualcosa non va e che è il momento di chiedere aiuto. Si, ma a chi? Qualcuno può consigliarci uno psicologo o un terapeuta, qualcun altro un life coach. A chi dar retta? Per rispondere a tale domanda vanno fatte alcune premesse.

Quella essenziale è che il life coach non si occupa di patologie, ma non stiamo parlando di questo. Sia il terapeuta che il life coach sono specialisti, e questo è un bene: ben venga infatti lo sfogo con un amico che ci sprona comunque a tirar fuori le nostre preoccupazioni e insoddisfazioni, ma per un aiuto concreto ci vuole una persona professionalmente preparata ad affrontare tutto ciò e capace di aiutarci a gestire la situazione. In entrambi i casi si instaura un rapporto di fiducia tra chi aiuta e la persona che chiede aiuto, paziente o coachee che sia, rapporto che comprende anche il cosiddetto patto di riservatezza.

Quello che invece cambia tra il terapeuta e il life coach nell’affrontare le difficoltà di cui sopra, è l’approccio o, se preferite, il punto di vista. Il terapeuta punta infatti sul passato cercando di individuare quelle esperienze per lo più emotive che hanno bloccato in qualche modo il flusso naturale ed evolutivo dell’io del paziente formando dei nodi che egli stesso è chiamato a sciogliere. Il life coach punta invece sul presente e sul futuro, su quelli che sono i desideri e i risultati da raggiungere per realizzarli, quindi su nuovi obiettivi prefissati e messi a fuoco insieme al coachee, facilitando i comportamenti concreti e necessari per ottenerli e individuando quelli che inconsapevolmente vengono messi in atto per non ottenerli. Il lavoro del life coach è quello di far passare la persona all’azione, quella giusta però, dopo averla resa forte di una nuova consapevolezza di se stessa e delle capacità e potenzialità che già possiede e che deve soltanto tirar fuori, investendola della responsabilità sia dell’azione stessa che del risultato, senza alcun consiglio o giudizio, ma con morbidezza e fermezza al tempo stesso.

La scelta naturalmente è soggettiva e personale, ma qualunque sarà, avrete già imboccato la strada giusta: chiedere aiuto è infatti già il primo passo verso il raggiungimento dei vostri obiettivi e soprattutto sancisce il vostro riconoscervi come essere sociale capace di relazionarsi e rapportarsi agli altri.

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