Il blog di Chiara Cecutti

Non pentirti di ciò che hai fatto se quando l’hai fatto eri felice: la rivalutazione del fallimento

È meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi scriveva nelle sue lettere Niccolò Machiavelli citando il Boccaccio. E semmai servisse un rinforzo per appropriarsi dell’esortazione che riteniamo a tutt’oggi valida, possiamo anche spiegare il perché con un’ulteriore citazione, forse meno dotta ma non certo meno autorevole, e che, a dirla tutta, preferiamo di gran lunga, quella del frontman dei Doors e poeta Jim Morrison: non pentirti di ciò che hai fatto se quando l’hai fatto eri felice. Se ci viene in mente di osare, di compiere un’azione che riteniamo forse un po’ audace per la nostra personalità e il nostro consueto modo di fare, abbiamo due scelte: buttarci nell’impresa o rinunciare a priori, ovvero scegliere l’azione o l’immobilità, ma di certo ci sarà un motivo, una ragione, un presunto vantaggio in termini di costi e benefici se l’abbiamo quanto meno presa in considerazione e ciò dovrebbe già essere sufficiente a spingerci verso l’azione, con tutti i rischi del caso, incluso il fallimento.

Il rischio di pentirsi è tuttavia in agguato in ognuna delle due alternative, ma è probabile che se non abbiamo agito il pentimento si trasformerà in rimpianto e potremo stare lì a chiederci per anni il perché di quella nostra rinuncia e come sarebbe potuta cambiare la nostra vita o che direzione avrebbe potuto prendere la nostra carriera se avessimo invece avuto il coraggio di compiere quel passo. Ma la risposta, proprio a causa di quel nostro non fare, non l’avremo mai. Nel secondo caso invece, pur avendo le medesime probabilità di pentirci nell’evenienza che le cose non si mettano come previsto e auspicato, che la situazioni non migliori così tanto da giustificare quella nostra ardua impresa, che le nostra vita non cambi così come avevamo immaginato a patto di compiere quell’azione, non potremmo evitare di concludere che comunque se abbiamo agito in quel modo era perché in quel momento la situazione lo richiedeva o anche semplicemente perché la cosa ci divertiva o ci procurava piacere e gioia come, appunto, dice Morrison. Ma soprattutto avremmo la possibilità di analizzare il motivo di quel mancato effetto sperato, di scoprire la causa di quel miglioramento mancato, in sintesi di individuare in cosa abbiamo sbagliato. Ed eccoci al punto.

Già citato in alcuni nostri post precedenti dedicati allautostima e alla motivazione – ma del resto nel processo di individuazione e raggiungimento dei nostri obiettivi è tutto collegato – eccoci dunque all’errore, non quello fatale e inevitabile che ci può piombare addosso senza alcuna possibilità di evitarlo, ma quello che nelle indagini sugli incidenti si chiama errore umano, dovuto quindi direttamente alla persona e al suo comportamento, che sia volontario o meno. L’errore che spesso si compie pensando all’errore medesimo è che sarebbe stato meglio evitarlo e con esso il fallimento. Non c’è dubbio, non siamo certo così masochisti o stupidi da rivendicare il contrario, ma non potendo tornare indietro nel tempo, a cosa può servire piangersi addosso, battersi il petto e maledire il momento in cui abbiamo sbagliato? Ciò che dobbiamo invece fare è esattamente il contrario: lo sbaglio va analizzato, capito e conosciuto in modo da non ripeterlo nel futuro, e soprattutto va usato. In che modo? Trasformandolo in esperienza, in possibilità di crescita, in occasione di maturazione, in opportunità di diventare migliori, più forti e competenti.

In conclusione, sbagliare è umano e anche utile: non agire per non rischiare di cadere in errore è un errore in sé. Imparare dai nostri sbagli, dai nostri fallimenti, sapere di poter cadere, rialzarsi e ricominciare più forti di prima, può essere una nuova filosofia di vita in grado di aiutarci ad affrontare meglio la vita stessa e a rendere costruttivo ciò che a prima vista può apparirci distruttivo, rivalutare dunque il fallimento come la più grande chance che la vita ci offre per diventare migliori e come nuova motivazione per continuare a provarci.

 

Share this Post