Il blog di Chiara Cecutti

La felicità? Apprezzare ciò che abbiamo e girare il brutto della vita a nostro favore

Immaginate una bella ragazza di 28 anni in vacanza a Scilla, meravigliosa località di mare calabrese. Anche lei lo è e si sta godendo l’estate tra i pomodori della sua terra, quelli buoni, e le polpette alle melanzane che fa la nonna. Però è anche una giovane donna in carriera che si occupa di moda e così, seppur a malincuore, quando arriva una telefonata di lavoro che la richiama in azienda, si prepara, prende la sua auto e poco dopo è sulla Salerno-Reggio Calabria. In agosto al sud non piove quasi mai, ma quando lo fa l’acqua viene giù forte e l’auto della ragazza sbanda: il guard rail le taglia via tutte e due le gambe e lei se ne accorge perché non sviene e quando tenta di tirarle indietro, lo vede benissimo che non ci sono più. È il 22 agosto 2005 e la ragazza si chiama Giusi Versace.

Giusi poteva perdersi, impazzire, poteva lasciarsi andare. Invece ha fatto tutt’altro. Molto più di quanto probabilmente avrebbe fatto se la tragedia non l’avesse colpita. Due anni dopo quel drammatico incidente riprende in mano il volante della sua macchina, altri tre anni e con le sue protesi in fibra di carbonio comincia a correre ed è la prima atleta italiana a farlo senza gli arti inferiori, oggi è campionessa paralimpica e la vedremo anche a Rio 2016. Fonda l’associazione Disabili No Limits Onlus, scrive il libro Con la testa e con il cuore si va ovunque (Mondadori) e lo dimostra, in TV vince Ballando con le Stelle e l’anno scorso esordisce come conduttrice in Alive-La forza della vita, un programma che racconta le storie di chi non aveva speranza e invece è tornato a vivere superando quel confine tra il prima e il dopo, proprio come ha fatto lei.

Quello di Giusi Versace è un caso particolare ma non certo isolato, basti pensare a Beatrice Vio, campionessa mondiale di fioretto individuale paralimpico, o ad Aaron Fotheringham, atleta di sport estremo su sedia a rotelle, solo per citare alcuni esempi. Ma il suo, proprio perché così eclatante, chiarisce bene cosa vuol dire prendere dalla vita anche ciò che di terribile ci offre e girarlo a nostro favore, come in fondo consiglia il noto detto Se la vita ti dà limoni, facci una limonata. E questo ci riporta a un altro concetto: apprezzare ciò che abbiamo è uno dei punti fondamentali per essere felici. I due concetti si fondono perfettamente negli esempi sopra citati, ma non dobbiamo per forza essere stati massacrati dalla sorte per osservarli. L’esortazione più semplice che può venire in mente è “guarda chi sta peggio di te e gioisci della tua condizione”, ma allora perché non guardare anche chi sta meglio di noi e invidiare la loro di condizione? Perché questo non ci aiuterà ad essere felici.

Se poi ci si riferisce alla propria vita, può venire spontaneo ripensare a momenti migliori, a un passato in cui eravamo più giovani e spensierati, un passato che era prima di quella linea che separa il prima e il dopo, ma non certo per fermarci a rimpiangere i tempi migliori che non torneranno più, piuttosto per puntare a quella stessa felicità alle nostre condizioni attuali, a ritrovare quella voglia di vivere e di sentirsi bene, oggi e con quel che abbiamo o non abbiamo adesso; prendersi quindi la responsabilità di ciò che avviene nella nostra vita, non nel senso di colpa in relazione a fatti per noi negativi, ma vivendoli come sprone all’azione, convinti di avere in qualche modo il dovere verso noi stessi di attivarci e agire per cambiare le cose che non vanno bene e usarle a nostro vantaggio. Tutto ciò assieme all’apprezzare ciò che invece di buono abbiamo, anche se non è lo stesso del nostro vicino o del nostro amico, e a prenderci più spesso cura di noi, concedendoci qualcosa che ci faccia piacere e trovando il tempo e il desiderio di dedicarci a ciò che più ci piace.

È decisamente umano sentirci felici per qualcosa che ci arriva dall’esterno, siano buone notizie, soldi, riconoscimenti, una promozione sul lavoro, una dichiarazione d’amore, un’eredità inaspettata, la visita di qualcuno a noi caro ed è sicuramente bello quando ci capita qualcosa di positivo senza aver fatto nulla per ottenerlo, del resto sono le sorprese della vita, così come è umano stare male e soffrire quando la vita ci riserva invece qualcosa di negativo. Ma l’amore, la felicità e la serenità dobbiamo prima trovarli dentro di noi, convincendoci che anche il dolore, in fondo, può essere una nostra responsabilità, avendo in noi le capacità e le risorse per superarlo ed essere felici.

 

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